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Libro Quarto - Delle Obbligazioni - Titolo IX Dei Fatti Illeciti
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Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.

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Cfr. Cassazione Civile, sez. II, sentenza 6 febbraio 2007, n. 2546, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 20 febbraio 2007, n. 3949, Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 9 marzo 2007, n. 5394, Tribunale di Paola, sentenza 15 maggio 2007, n. 462, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 5 giugno 2007, n. 13061, Tribunale di Nola, sez. II civile, sentenza 30 giugno 2007, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 4 luglio 2007, n. 15131, Cassazione Civile, sez. II, sentenza 23 luglio 2007, n. 16222, Consiglio di Stato, ad. plenaria, sentenza 30 luglio 2007, n. 10, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 3 settembre 2007, n. 18511, Cassazione Civile, sez. I, sentenza 6 settembre 2007, n. 18723, Cassazione Civile, sez. I, sentenza 9 ottobre 2007, n. 21096, Tribunale di Torino, sez. IV civile, sentenza 11 ottobre 2007, n. 6070, Cassazione Civile, sez. I, sentenza 17 ottobre 2007, n. 21850, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 3 dicembre 2007, n. 25173, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 11 gennaio 2008, n. 390, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 17 gennaio 2008, n. 867, Tribunale di Milano, sez. V civile, sentenza 4 marzo 2008, n. 2847, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 10 marzo 2008, n. 6297, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 20 marzo 2008, n. 7495, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 3 aprile 2008, n. 8546, Cassazione Civile, sez. I, sentenza 8 maggio 2008, n. 11477, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 26 maggio 2008, n. 13589, Tribunale di Mantova, sentenza 27 maggio 2008, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 15 luglio 2008, n. 19445, Cassazione Civile, sez. I, sentenza 25 settembre 2008, n. 24084, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 16 ottobre 2008, n. 25250, Consiglio di Stato, sez. V, decisione 20 ottobre 2008, n. 5124, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 21 novembre 2008, n. 27673, Tribunale di Torino, sez. IV civile, sentenza 27 novembre 2008, Tribunale di Piacenza, sentenza 2 dicembre 2008, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 12 dicembre 2008, n. 29211, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 20 gennaio 2009, n. 1343, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 13 marzo 2009, n. 6181, TAR Lazio-Roma, sez. II bis, sentenza 16 marzo 2009, n. 2694, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 9 aprile 2009, n. 8703, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 22 aprile 2009, n. 9549, Tribunale di Modena, sentenza 14 maggio 2009, Tribunale di Venezia, sentenza 17 giugno 2009, n. 1701, Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 1° luglio 2009, n. 15388, Cassazione Civile, sez. lavoro, sentenza 1° luglio 2009, n. 15405, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 14 luglio 2009, n. 16374, Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 19 agosto 2009, n. 18356, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 2 settembre 2009, n. 19092, Giudice di Pace di Lamezia Terme, sentenza 22 settembre 2009, n. 1619, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 26 ottobre 2009, n. 22604, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 28 ottobre 2009, n. 22807, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 30 ottobre 2009, n. 23053, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 30 ottobre 2009, n. 23059, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 19 novembre 2009, n. 24435, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 8 gennaio 2010, n. 80, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 27 gennaio 2010, n. 1703, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 27 gennaio 2010, n. 1704, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 2 febbraio 2010, n. 2352, TAR Sardegna-Cagliari, sez. I, sentenza 19 febbraio 2010, n. 204, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 4 marzo 2010, n. 5190, Tribunale di Caltanissetta, sez. civile, sentenza 19 dicembre 2009, n. 614 e Tribunale di Napoli, sez. III civile, sentenza 27 maggio 2010, n. 6229.

Non è responsabile chi cagiona il danno per legittima difesa di sé o di altri.
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Cfr. Cassazione Civile, sez. III, sentenza 25 febbraio 2009, n. 4492.

Quando chi ha compiuto il fatto dannoso vi è stato costretto dalla necessità di salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, e il pericolo non è stato da lui volontariamente causato, né era altrimenti evitabile, al danneggiato è dovuta un'indennità, la cui misura è rimessa all'equo apprezzamento del giudice.

Non risponde delle conseguenze del fatto dannoso chi non aveva la capacità d'intendere o di volere al momento in cui lo ha commesso, a meno che lo stato d'incapacità derivi da sua colpa.

In caso di danno cagionato da persona incapace di intendere o di volere, il risarcimento è dovuto da chi è tenuto alla sorveglianza dell'incapace salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto.
Nel caso in cui il danneggiato non abbia potuto ottenere il risarcimento da chi è tenuto alla sorveglianza, il giudice in considerazione delle condizioni economiche delle parti, può condannare l'autore del danno a un'equa indennità.

Il padre e la madre, o il tutore, sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei figli minori non emancipati o delle persone soggette alla tutela, che abitano con essi. La stessa disposizione si applica all'affiliante.
I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un'arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza.
Le persone indicate dai commi precedenti sono liberate dalla responsabilità soltanto se provano di non avere potuto impedire il fatto.

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Cfr. Cassazione Civile, sez. III, sentenza 14 marzo 2008, n. 7050, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 15 luglio 2008, n. 19450, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 22 aprile 2009, n. 9542, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 22 aprile 2009, n. 9556, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 28 agosto 2009, n. 18804, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 28 settembre 2009, n. 20743 e Cassazione Civile, sez. III, sentenza 16 marzo 2010, n. 6325.

I padroni e i committenti sono responsabili per i danni arrecati dal fatto illecito dei loro domestici e commessi nell'esercizio delle incombenze a cui sono adibiti.

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Cfr. Tribunale di Milano, sez. X civile, sentenza 28 ottobre 2006, n. 11794, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 12 marzo 2008, n. 6632, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 23 aprile 2008, n. 10588, Cassazione Penale, sez. IV, sentenza 23 settembre 2008, n. 36502 e Cassazione Civile, sez. III, sentenza 26 gennaio 2010, n. 1530.

Chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di una attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno.

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Cfr. Cassazione Civile, sez. III, sentenza 23 maggio 2008, n. 20062, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 13 febbraio 2009, n. 3528, Tribunale di Modena, sentenza 14 maggio 2009 e Cassazione Civile, sez. III, sentenza 17 dicembre 2009, n. 26516.

Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito.

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Cfr. Cassazione Civile, sez. III, sentenza 27 marzo 2007, n. 7403, Tribunale di Nola, sez. II civile, sentenza 30 giugno 2007, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 30 ottobre 2007, n. 22882, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 19 novembre 2007, n. 23924, Tribunale di Roma, sez. II civile, sentenza 5 dicembre 2007, n. 23877, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 22 febbraio 2008, n. 4591, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 8 maggio 2008, n. 11227, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 9 maggio 2008, n. 11511, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 16 maggio 2008, n. 12425, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 6 giugno 2008, n. 15042, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 19 giugno 2008, n. 16607, Tribunale di Piacenza, sentenza 2 dicembre 2008, Tribunale di Cuneo, sentenza 14 gennaio 2009, Tribunale di Reggio Emilia, sentenza 22 gennaio 2009, n. 85, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 23 gennaio 2009, n. 1691, Tribunale di Salerno, sentenza 3 febbraio 2009, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 23 febbraio 2009, n. 4341, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 17 marzo 2009, n. 6435, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 3 aprile 2009, n. 8128, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 22 aprile 2009, n. 9560, Tribunale di Bari, sez. III civile, sentenza 24 aprile 2009, n. 1375, Tribunale di Modena, sentenza 14 maggio 2009, Cassazione Civile, sez. III, ordinanza 20 maggio 2009, n. 11695, Cassazione Civile, sez. lavoro, sentenza 22 settembre 2009, n. 20415, Giudice di Pace di Lamezia Terme, sentenza 22 settembre 2009, n. 1619, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 28 settembre 2009, n. 20754, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 28 ottobre 2009, n. 22807, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 20 novembre 2009, n. 24529, Cassazione Civile, sez. II, sentenza 9 dicembre 2009, n. 25772, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 2 febbraio 2010, n. 2360, Tribunale di Napoli, sez. III civile, sentenza 27 maggio 2010, n. 6229 e Cassazione Civile, sez. II, sentenza 9 giugno 2010, n. 13881.

Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall'animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito.

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Cfr. Cassazione Civile, sez. III, sentenza 21 novembre 2008, n. 27673, Tribunale di Bari, sez. III, sentenza 15 gennaio 2009, n. 92, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 20 aprile 2009, n. 9350, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 8 gennaio 2010, n. 80, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 28 aprile 2010, n. 10189 e Cassazione Civile, sez. II, sentenza 9 giugno 2010, n. 13881.

Il proprietario di un edificio o di altra costruzione è responsabile dei danni cagionati dalla loro rovina, salvo che provi che questa non è dovuta a difetto di manutenzione o a vizio di costruzione.

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Cfr. Cassazione Civile, sez. III, sentenza 30 gennaio 2009, n. 2481.

Il conducente di un veicolo senza guida di rotaie è obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno.
Nel caso di scontro tra veicoli si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subìto dai singoli veicoli (1).
Il proprietario del veicolo o, in sua vece, l'usufruttuario o l'acquirente con patto di riservato dominio, è responsabile in solido col conducente, se non prova che la circolazione del veicolo è avvenuta contro la sua volontà.
In ogni caso le persone indicate dai commi precedenti sono responsabili dei danni derivati da vizi di costruzione o da difetto di manutenzione del veicolo.
(1) La Corte costituzionale, con sentenza 29 dicembre 1972, n. 205, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 2054, secondo comma, c.c., limitatamente alla parte in cui nel caso di scontro tra veicoli, esclude che la presunzione di egual concorso dei conducenti operi anche se uno dei veicoli non abbia riportato danni.

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Cfr. Tribunale di Torino, sez. IV civile, sentenza 11 ottobre 2007, n. 6070, Cassazione Penale, sez. IV, sentenza 22 aprile 2008, n. 16464, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 3 luglio 2008, n. 18234, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 10 luglio 2008, n. 18872, Cassazione Penale, sez. III, sentenza 13 gennaio 2009, n. 479, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 13 marzo 2009, n. 6168, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 22 aprile 2009, n. 9549, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 28 settembre 2009, n. 20774, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 30 settembre 2009, n. 20949, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 15 ottobre 2009, n. 21907, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 30 ottobre 2009, n. 23061, Cassazione Penale, sez. I, sentenza 18 novembre 2009, n. 44165, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 24 novembre 2009, n. 24689, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 31 marzo 2010, n. 7781 e Tribunale di Piacenza, sentenza 18 maggio 2010, n. 364.

Se il fatto dannoso è imputabile a più persone, tutte sono obbligate in solido al risarcimento del danno. Colui che ha risarcito il danno ha regresso contro ciascuno degli altri, nella misura determinata dalla gravità della rispettiva colpa e dall'entità delle conseguenze che ne sono derivate. Nel dubbio, le singole colpe si presumono uguali. _______________ Cfr. Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 15 luglio 2009, n. 16503.

Il risarcimento dovuto al danneggiato si deve determinare secondo le disposizioni degli articoli 1223, 1226 e 1227.
Il lucro cessante è valutato dal giudice con equo apprezzamento delle circostanze del caso.

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Cfr. Cassazione Civile, sez. III, sentenza 18 aprile 2007, n. 9233, Tribunale di Roma, sez. XII, sentenza 3 giugno 2008, n. 11335, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 15 luglio 2008, n. 19445, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 13 gennaio 2009, n. 469, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 28 agosto 2009, n. 18800 e Cassazione Civile, sez. III, sentenza 30 ottobre 2009, n. 23053.

Quando il danno alle persone ha carattere permanente la liquidazione può essere fatta dal giudice, tenuto conto delle condizioni delle parti e della natura del danno, sotto forma di una rendita vitalizia. In tal caso il giudice dispone le opportune cautele.

Il danneggiato può chiedere la reintegrazione in forma specifica, qualora sia in tutto o in parte possibile.
Tuttavia il giudice può disporre che il risarcimento avvenga solo per equivalente, se la reintegrazione in forma specifica risulta eccessivamente onerosa per il debitore.

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Cfr. Giudice di Pace di Bari, sentenza 3 luglio 2009, n. 5191.

Il danno non patrimoniale deve essere risarcito solo nei casi determinati dalla legge.

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Cfr. Cassazione Civile, sez. III, sentenza 2 febbraio 2007, n. 2311, Cassazione civile, sez. II, sentenza 6 febbraio 2007, n. 2546, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 11 maggio 2007, n. 10847, Cassazione civile, sez. III, sentenza 4 giugno 2007, n. 12929, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 8 ottobre 2007, n. 20987, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 19 ottobre 2007, n. 21976, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 24 ottobre 2007, n. 22338, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 30 ottobre 2007, n. 22884, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 6 dicembre 2007, n. 25458, Cassazione Civile, sez. I, sentenza 7 gennaio 2008, n. 31, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 17 gennaio 2008, n. 870, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 12 febbraio 2008, n. 3284, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 4 marzo 2008, n. 5795, Tribunale di Milano, sez. V civile, sentenza 4 marzo 2008, n. 2847, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 6 marzo 2008, n. 6033, Corte d'Appello di Genova, sez. I civile, sentenza 7 marzo 2008, n. 281, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 10 marzo 2008, n. 6288, Cassazione Civile, sez. lavoro, sentenza 11 marzo 2008, n. 6436, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 12 marzo 2008, n. 6684, Tribunale di Monza, sez. I, sentenza 23 aprile 2008, Tribunale di Modena, sez. II, sentenza 21 maggio 2008, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 6 giugno 2008, n. 15029, Tribunale di Trieste, sez. civile, sentenza 1 luglio 2008, Tribunale di Chiavari, sentenza 9 agosto 2008, n. 373, Tribunale di Lecce, sez. Maglie, sentenza 3 settembre 2008, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 18 settembre 2008, n. 23846, Tribunale di Cassino, sentenza 7 novembre 2008, n. 757, Corte d'Appello di Perugia, sentenza 24 novembre 2008, Tribunale di Torino, sez. IV civile, sentenza 27 novembre 2008, Tribunale di Lecce, sez. Maglie, sentenza 29 novembre 2008, n. 368, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 12 dicembre 2008, n. 29185, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 12 dicembre 2008, n. 29191, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 12 dicembre 2008, n. 29211, Tribunale di Trieste, sez. civile, sentenza 15 dicembre 2008, n. 2806, Tribunale di Firenze, sez. II civile, sentenza 17 dicembre 2008, Giudice di Pace di Verona, sentenza 1 gennaio 2009, Corte d'Appello di Salerno, sez. penale, sentenza 8 gennaio 2009, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 13 gennaio 2009, n. 458, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 13 gennaio 2009, n. 469, Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 14 gennaio 2009, n. 557, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 20 gennaio 2009, n. 1343, Tribunale di Nola, sez. II civile, sentenza 22 gennaio 2009, Tribunale di Brindisi, sentenza 2 febbraio 2009, Tribunale di Cassino, sentenza 5 febbraio 2009, Consiglio di Stato, sez. IV, decisione 10 febbraio 2009, n. 8464, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 11 febbraio 2009, n. 3357, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 11 febbraio 2009, n. 3359, Tribunale di Lecce, sez. Maglie, sentenza 11 febbraio 2009, Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 16 febbraio 2009, n. 3677, Tribunale di Milano, sez. V civile, sentenza 19 febbraio 2009, n. 2334, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 19 febbraio 2009, n. 4053, Tribunale di Montepulciano, sentenza 20 febbraio 2009, n. 74, Tribunale di Milano, sentenza 23 febbraio 2009, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 25 febbraio 2009, n. 4493, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 3 marzo 2009, n. 5057, Tribunale di Milano, sentenza 5 marzo 2009, n. 3047, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 13 marzo 2009, n. 6168, Tribunale di Torino, sez. IV civile, sentenza 17 marzo 2009, Tribunale di Pinerolo, sentenza 17 marzo 2009, Tribunale di Pordenone, sentenza 18 marzo 2009, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 9 aprile 2009, n. 8703, Cassazione Penale, sez. VI, sentenza 16 aprile 2009, n. 16031, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 22 aprile 2009, n. 9549, Tribunale di Milano, sez. V civile, sentenza 6 maggio 2009, n. 6076, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 7 maggio 2009, n. 10495, Cassazione civile, sez. III, sentenza 13 maggio 2009, n. 11059, Tribunale di Catanzaro, sez. I civile, sentenza 18 maggio 2009, Cassazione civile, sez. III, sentenza 20 maggio 2009, n. 11701, Cassazione Penale, sez. IV, sentenza 22 maggio 2009, n. 21505, Tribunale di Piacenza, sentenza 4 giugno 2009, Tribunale di Nola, sentenza 23 giugno 2009, Tribunale di Roma, sez. XI, sentenza 13 luglio 2009, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 14 luglio 2009, n. 16374, Tribunale di Palermo, sez. III civile, sentenza 3 giugno 2009, Cassazione Civile, SS.UU., sentenza 19 agosto 2009, n. 18356, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 2 settembre 2009, n. 19092, Tribunale di Messina, sentenza 11 settembre 2009, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 29 settembre 2009, n. 20819, Cassazione Civile, sez. lavoro, sentenza 30 settembre 2009, n. 20980, Corte d'Appello di Torino, sez. III civile, sentenza 5 ottobre 2009, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 13 ottobre 2009, n. 21680, Tribunale di Rovereto, sentenza 18 ottobre 2009 , Tribunale di Roma, sez. Ostia, sentenza 22 ottobre 2009, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 30 ottobre 2009, n. 23053, Cassazione Civile, sez. II, sentenza 10 novembre 2009, n. 23807, Corte d'Appello di Reggio Calabria, sez. civile, sentenza 11 novembre 2009, n. 750, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 19 novembre 2009, n. 24435, Tribunale di Roma, sez. XII civile, sentenza 1 dicembre 2009, n. 10413, Tribunale di Alba, sentenza 15 dicembre 2009, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 18 dicembre 2009, n. 26777, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 4 gennaio 2010, n. 13, Cassazione Civile, sez. III, ordinanza 25 gennaio 2010, n. 1325, Cassazione Civile, sez. I, sentenza 29 gennaio 2010, n. 2122, Tribunale di Monza, sez. IV civile, sentenza 2 marzo 2010, n. 770, Cassazione Civile, sez. III, sentenza 8 aprile 2010, n. 8360 e Cassazione Civile, sez. lavoro, sentenza 20 aprile 2010, n. 9379.